martedì 1 febbraio 2011

Romanzaccio Catanese

CAPITOLO 3

Appena arrivata la Polizia aveva chiuso la Piazza con le transenne e tracciato tracciato i due corpi posati sulla strada col gesso proprio come nei film polizieschi a differenza che quei due cadaveri erano reali stavano lì al centro della Piazza e nonostante Catania era fosse abituata al sangue ,alle stragi e alle “ammazzatine” come venivano chiamate dai Catanesi , non si era mai visto qualcosa del genere .

Il commissario Spoto era arrivato in Piazza insieme alla squadra mobile, ovviamente guidava lui perché era impossibile fargli d’autista a causa della sua apprensione e iperattività, era un uomo di media statura corpulento non una cima nell’italiano ma molto arguto un bravo “sbirro” come amava definirsi. Sceso dalla 159 della Polizia di Stato dopo aver dato una rapida occhiata all’ambiente aveva tempestato di domande i suoi sottoposti e com’era suo solito non aspettava la fine della risposta che faceva subito un ‘altra domanda, parlare con lui era una specie di apnea continua.

Adesso era lì davanti il povero Commissario , in venticinque anni di servizio non aveva mai visto qualcosa del genere, e mentre si grattava i suoi folti ricci pensava chi avesse potuto fare qualcosa del genere ma soprattutto perché quella barbaria che motivo e quale sentimento può spingere una persona a fare qualcosa del genere a un essere umano , mentre il suo cervello cominciava a ragionare vorticosamente chiese al suo sottoposto - “ ci sunnu testimoni!!!” -

“ Si Signor Commissario, uno! Il Signor Franco Condorelli , il Portiere del Palazzo qui di fronte” – rispose l’Ispettore Morelli, Torinese in servizio alla squadra mobile di Catania ormai abituato ai modi di fare e al linguaggio di Spoto ,che avrebbe fatto spazientire chiunque ma non a lui che ormai ci aveva fatto il “callo”, ormai era abituato agli scatti d’ira del commissario , alle continue domande e richieste , alla sua apparente disattenzione nei dialoghi che però si rivelava falsa nei fatti ,al Commissario infatti non sfuggiva niente, pesava e analizzava qualsiasi parola detta da chiunque era un vero segugio , pensava che quando fra qualche anno sarebbe andato in pensione non sarebbe stato più lo stesso quel lavoro e che in questi ultimi anni avrebbe dovuto imparare e assorbire il più possibile dal suo superiore.

IL commissario dopo essersi presentato al signor Franco ancora sotto shock per ciò che aveva visto comincio a fare con la dovuta delicatezza e cautela qualche domanda:

“Allora Signor Franco mi racconti l’accaduto”

“Niente Commissario c’è poco da dire , come tutte le mattine sono uscito per dare la classica spazzatta davanti al Palazzo e ho visto quei due puvureddi a terra e parlando con rispetto Commissario mi pisciai macari addosso dallo spavento , poi siete arrivato vossia con la squadra e il resto lo sa” rispose con la voce tremante.

“Va bene Signor Franco , grazie per la collaborazione si mantenga a disposizione” –“senz’altro Commissario servo vostro e della legge sono”.

E mentre il Commissario guardava la pulsantiera del citofono per vedere se fra gli abitanti del Palazzo ci fosse qualche pregiudicato o qualcuno che aveva avuto problemi con la legge chiamando il Signor Franco disse : “ poi la convocheremo per il riconoscimento dei corpi una volta ripuliti da quel folto strato di cera”.


2 commenti:

  1. Mi sembra quasi di conoscerlo il commissario Sp...oto. Eh eh
    Secondo me dovresti fare capitoli più lunghi però, perchè così dai troppe poche informazioni per permettere di "intripparsi" per bene

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  2. eh si , ti do ragione devo fare pratica di scrittura....

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