lunedì 13 dicembre 2010

Romanzaccio Catanese

Come era solito fare Giuseppe scendeva da via S Giuliano verso via etnea , la sua cara e vecchia 50 special aveva fatto cosi tante volte quella strada che ormai non aveva bisogno di comandi, il rumore delle ruote liscie sulle cosidette “basole” creavano insieme all’urlo sguaiato della marmitta un concerto di suoni fastidiosi a cui ormai i poveri abitanti del centro di Catania avevano fatto l’abitudine .Erano circa le quattro del mattino ormai la strada era animata da pochi giovani in preda all’alcol , i pub ormai avevano le saracinesche mezze abbassate e all’interno i proprietari si rilassavano con una birra mentre contavano l’incasso della giornata con il solito strascico di polemiche per le spese ecc con i consueti discorsi da commerciante ,i ragazzi che suonano live nei locali avevano le auto parcheggiate sul marciapiede con il bagagliaio aperto ed erano occupati a caricare gli strumenti col solito batterista che si lamentava perché era colui che lavorava di più degli altri musicisti, scene viste e riviste di un film che andava in onda tutte le notti da mezzanotte alle quattro film che ormai Giuseppe sapeva a memoria ma gli piaceva, ammirare quella Catania che dorme molto poco ,quella città molto piccola con un grande cuore pulsante e una scarsa vogli di dormire , le strade del centro che rimangono animate fino a notte tarda o mattino presto che dir si voglia, si trova da mangiare o da bere a qualsiasi ora , si può trovare di tutto dal kebab alla crepes o al più rustico panino .

Giuseppe amava la città tanto che aveva accettato di buon grado quel lavoro che gli forniva il giusto per andare avanti all’università di lettere e filosofia, “d’altronde non devo fare nulla” pensava , si trattava di fare un giro notturno in vespa e fermarsi di tanto in tanto a dare una controllata , si certo ho la pistola ma probabilmente non la userò mai pensava, poi Catania e sempre piena di vita e di gente anche la notte, i rischi sono minimi e la paga è buona , alla faccia del precariato.

IL turno era ormai finito e seduto si godeva il panorama , quelle luci creavano un effetto magnifico sulla città che era molto bella quando era deserta senza nessun criminale in erba o cittadino maleducato a macchiare quell’opera d’arte urbana , la luce delle stelle e quella dei fari ai margini delle strade si incontravano a mezz’aria e creavano un effetto che nessun scenografo hollywoodiano sarebbe riuscito a fare, era tutto molto bello persino quel kebab dal sapore nauseante gli sembrava gustoso, se tutto andava bene fra mezz’ora era sotto le coperte col reflusso gastrico del kebab che lo teneva sveglio ,il lavoro era finito e poteva tornare a casa se non avesse sentito quelle grida e visto quello spettacolo agghiacciante……..

5 commenti:

  1. Beh a parte qualche piccola svista, sai che mi piace. L'avevo già letto a suo tempo e ti avevo incoraggiato continuare. Poi il mondo dei pub, dei musicisti che per noi è stato tanto caro non può che dare quel tocco in più al già comunque notevole fatto di parlare della nostra amata città

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  2. quale svista?? comunque l'ho cambiato il racconto anche perceh lo avevo cancellato e non lo ricordavo, comunque potete criticare costruttivamente

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  3. Bello lo stile di scrittura, molto vissuto, sono veri pensieri esposti. Anche la storia sembra avere un inizio appassionante. Bisognerebbe vedere come continua.

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  4. grazie, per il continuo ci devo lavorara, pure io son curioso di vedere come va!!!!

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